Mentre aumenta sempre di più il divario tra dati ufficiali, 16 morti dallo scorso dicembre e quelli presunti dai vari think tank internazionali, tre milioni di contagi, oltre 20mila morti secondo Airfinity, sembra che in Cina la situazione stia pian piano normalizzandosi e mentre continua l'emergenza negli ospedali e nei forni crematori, come dimostrano alcune foto satellitari, testimonianze dirette confermano che proprio nel giorno in cui tre anni fa la Cina annunciò il primo decesso ufficiale per Covid le grandi città hanno ripreso a vivere, con ristoranti, negozi, centri commerciali e trasporti urbani che hanno oramai ripreso le loro attività quasi al ritmo completo. Secondo le autorità cinesi, che da un paio di settimane non forniscono più i dati aggiornati, il picco dei contagi sarebbe già stato raggiunto, altri sostengono invece che lo sarà nei prossimi giorni al termine del lungo ponte festivo del Capodanno lunare nel corso del quale centinaia di milioni di cinesi si sposteranno all'interno del Paese ma molti anche all'estero. Nel frattempo la Cina ha deciso di sospendere alcuni tipi di visti per cittadini sudcoreani e giapponesi in segno di protesta per le discriminazioni subite dai suoi turisti ai quali Tokyo e Seul impongono un tampone negativo 48 ore prima della partenza, condizioni che anche la maggior parte dei Paesi europei, Italia compresa, stanno imponendo e che la stessa Cina impone non sole ai cittadini stranieri in arrivo ma anche ai residenti di Macao e Hong Kong.