C'è chi ha aspettato in fila anche 12 ore per entrare nella Cattedrale di Sant'Egidio e salutare, un'ultima volta, Elisabetta II. É il tributo che gli scozzesi rendono ad una sovrana amatissima anche qua, nonostante tentazioni repubblicane e tendenze indipendentiste. La Regina era profondamente legata a questa nazione, un legame che andava ben oltre le note settimane trascorse a Balmoral. La sua scomparsa, però, riporta, in primo piano, il dibattito sulla Indipendenza della Scozia. Il 18 settembre del 2014, gli scozzesi furono chiamati a scegliere tra la permanenza nel Regno Unito o la separazione con il 55,3% di no vinsero gli unionisti. Alcuni mesi fa, però, la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon, leader del partito nazionalista, ha annunciato un secondo referendum. Nelle sue intenzioni, si dovrebbe tenere il 19 ottobre 2023. Ad aver spostato l'ago della bilancia è stato l'esito della Brexit. Nel 2016, il 68% degi scozzesi votò a favore della permanenza nell'Unione Europea. L'uscita ha aperto, ulteriormente, una ferita mai rimarginata. Proprio per questo, la leader del partito nazionalista scozzese spinge per una nuova consultazione. Chiaramente, Londra è contraria. Ad avere l'ultima parola sarà la Corte Suprema. La domanda oggi è quindi, se Carlo III riuscirà a mantenere, non soltanto l'unità nazionale, ma anche il suo posto sul trono del Regno di Scozia. É presto per parlarne commenta questa giovane ragazza. Intanto, a rinsaldare la stabilità della monarchia, in occasione dell'incoronazione di Re Carlo III, in una data ancora da fissare, da Edimburgo arriverà Stone of Scone, la Pietra del Destino, che dal '500 è stata il simbolo dell'identità e dell'autonomia scozzese.























