Sulle urne aperte in Donbass, l'eco dei bombardamenti notturni in diverse parti dell'Ucraina, stando ai dati diffusi dalla Russia, avrebbero già votato 800 mila residenti nel referendum separatista, dall'esito scontato. Condannato dalla comunità internazionale. "Un referendum farsa, sotto la minaccia delle armi", denuncia il Governatore ucraino di Lugansk in esilio. Ai residenti e ai seggi vengono contestualmente rilasciati i passaporti russi e avvisi di mobilitazione alle armi per gli uomini dai 18 ai 65 anni. "L'esercizio del voto in Donbass è un'evidente disprezzo per la gente", aggiunge l'Arcivescovo di Kiev e il G7 chiede a tutti i Paesi di rigettare il referendum di annessione organizzato dalla Russia che assicura: difenderà il risultato. Lavrov all'ONU ribadisce che "Mosca non esclude negoziati con la NATO ma non sarà la Russia a fare il primo passo" Nella Federazione prosegue intanto la protesta e gli arresti per la coscrizione coatta avviata da Putin, per il recupero di nuovi soldati da mandare al fronte. Il Presidente ucraino Zelensky invita tutti i russi alla rivolta e alla diserzione. E nella notte, il fronte di guerra si è fatto più cupo, ripetuti attacchi aerei sono stati registrati nella regione di Zaporizhzhia e a Odessa. Droni kamikaze sono esplosi su un palazzo dell'amministrazione regionale con danni ingenti agli edifici ma non alle persone.























