Erano appena iniziate le lezioni in questo grande istituto scolastico di Vantaa, una ventina di km a nord della capitale Helsinki e quasi 250.000 abitanti, quando un ragazzino di appena 12 anni ha iniziato a sparare colpendo tre suoi coetanei. Uno è morto in ospedale, gli altri due sono ricoverati in gravi condizioni. La scuola, 800 alunni circa e una novantina di persone di staff fra insegnanti e impiegati, ospita studenti dai 7 ai 15 anni. L’autore della sparatoria ha agito in un’unica classe. Considerata la sua età, ora la polizia finlandese mantiene il più stretto riserbo sul caso. Quello che si sa è che le forze dell’ordine sono riuscite a fermare il giovanissimo omicida dopo che era riuscito a scappare all’esterno dell’istituto: ora sarà consegnato ai servizi sociali. La pistola usata apparteneva regolarmente a un suo parente, ma quello che adesso tutti si chiedono in Finlandia è come sia potuto accadere che un 12enne ne entrasse in possesso. Mistero anche su che cosa lo abbia spinto ad avventarsi sui compagni. Di certo non è la prima volta che il Paese è costretto a fare i conti con sparatorie di massa nelle scuole. L’episodio più grave, fra quelli più recenti, nel 2008: 10 morti più lo stesso omicida in un istituto professionale. Nei mesi successivi le autorità finlandesi avevano ripensato alla politica di gestione delle armi, innalzando ad esempio l’età minima per la licenza e introducendo un test attitudinale.