In questo momento, il problema a Zaporhizhia, abbiamo due ordini di problemi: primo, è l'attacco diretto sulla centrale sui reattori. Questo può significare una liberazione nell'ambiente dei materiali nucleari e dunque radioattività. E l'altra maniera di danneggiare la operazione della centrale è l'interruzione della somministrazione dell'elettricità alla centrale e quindi l'interruzione della funzione di raffreddamento della centrale. Questo può anche far esplodere i i reattori. Questo dipende moltissimo dal tipo di danno; può essere una piccola parte, può essere più grande. Non si può dire esattamente. Qual è lo scenario peggiore? Lo scenario peggiore sarebbe che tutti i reattori, che sono una quantità di materiale nucleare che potenzialmente potrebbe danneggiare l'Europa in generale. Non voglio suscitare il panico. Devo dire che questo è sempre in funzione del danno possibile potenziale. Il pericolo è là, il pericolo è imminente perché quasi ogni settimana, quasi ogni giorno, abbiamo episodi di attacchi, interruzione della della fornitura di elettricità e tutta questa centrale, che è la centrale più grande d'Europa, comincia a funzionare sui generatori d'emergenza. É una situazione completamente inaccettabili per un impianto industriale di questa dimensione e col materiale nucleare che si trova nell'installazione. Dunque, una situazione senza nessun precedente. L'idea è avere un sistema che eviterà gli attacchi sulla centrale o della centrale. Anche questa è una preoccupazione da parte ucraina che vuole evitare che l'impianto, il perimetro dell'impianto sia utilizzato come base per operazione militari verso il territorio controllato, ancora controllato dell'Ucraina.























