Trump esenta dalle ultime tariffe i prodotti elettronici importati negli Stati Uniti e fa la pace con Apple, Samsung e non solo. Senza la dispensa, per comprare un iPhone negli Stati Uniti ci vorrebbero circa 2.300 dollari, ancora più se poi lo smartphone fosse prodotto sul suolo americano. La costruzione di nuovi impianti richiederebbe diversi anni e costerebbe miliardi di dollari. Non a caso, secondo le stime di Wedbush Securities, circa il 90% della produzione e dell'assemblaggio dell'iPhone di Apple avviene in Cina. La decisione arriva dopo che l'amministrazione Trump ha imposto un'aliquota tariffaria minima del 145% sui prodotti cinesi importati negli Stati Uniti, in risposta al rialzo al 125% voluto da Pechino a causa dei dazi del 02 aprile. Il presidente americano ostenta serenità. Ma il tempo stringe e la pausa di 90 giorni per negoziare e chiudere complessi accordi commerciali con decine di altri Paesi potrebbe non bastare. La Federal Reserve rassicura: la Banca Centrale Americana dispone degli strumenti per affrontare eventuali problemi di funzionamento dei mercati o di liquidità. L'Unione Europea, su cui pesano tariffe del 10% e le minacce di ulteriori dazi sui medicinali prodotti all'estero, inizia a guardare verso Oriente per cercare nuovi partner commerciali come Cina e India, ma non intende rinunciare a Washington, per questo il commissario al Commercio Sefcovic, volerà negli Stati Uniti per trattare lunedì sui dazi. "L'Europa non ha iniziato questo scontro e non lo vuole. Siamo pronti a negoziare un accordo a beneficio reciproco, ma difenderemo i nostri interessi", dice il commissario europeo per l'Economia Dombrovskis, che poi avverte: "Nell'eventualità di un mancato accordo con gli Stati Uniti sui dazi commerciali, tutte le opzioni sono sul tavolo". .