Dopo le dure parole di Benjamin Netanyahu, con le quali è stata rifiutata la proposta di cessate il fuoco di Hamas, il segretario di stato americano Blinken ha incontrato il leader dell'opposizione Lapid, il membro del gabinetto guerra Ganz politico più moderato. Un incontro significativo se messo in parallelo alle dichiarazioni dell'ex Segretario di Stato Hillary Clinton che parlando con i media ha definito Netanyahu inaffidabile e di un ostacolo al raggiungimento della fine delle ostilità. Eppure le porte non sono del tutto chiuse. Il leader politico di Hamas è volata a Il Cairo per cercare la mediazione egiziana che si è appellata ad entrambe le parti chiedendo flessibilità. Ad un mese dall'inizio del Ramadan, c'è tutta l'intenzione da parte del mondo arabo di far cessare le ostilità. Ed effettivamente il primo ministro israeliano non ha chiuso la porta alle trattative: indiscezioni sempre più rumorose puntano verso una controproposta israeliana mirata all'esilio della leadership di Hamas fuori da Gaza per risolvere l'immediato conflitto senza l'utilizzo delle armi. Conflitto che però è più sanguinoso che mai, dopo l'annuncio di una prossima invasione di terra dentro la città di Rafah, l'esercito israeliano ha intensificato i bombardamenti al confine con l'Egitto, con decine di vittime tra cui almeno cinque bambini ed un giornalista, oltre a 27mila e 800 morti dal 7 di ottobre. Secondo Israele, due terzi dei battaglioni di Hamas a Khan Younis sono stati distrutti mentre un milione e mezzo di sfollati a Rafah aspettano di capire come e se potranno lasciare la città una volta che i combattimenti si sposteranno in quella zona. L'Egitto condivide la stessa preoccupazione e avvisa: centinaia di migliaia di persone potrebbero decidere di premere al confine per tentare di mettersi in salvo. L'esercito israeliano intanto continua a costruire una zona cuscinetto dentro la Striscia di Gaza: la vasta distruzione di proprietà da parte di Israele non giustificate da necessità militari e portata avanti illegalmente sfrenatamente, equivale ad una grave violazione della quarta convenzione di Ginevra e ad un crimine di guerra, afferma l'alto funzionario delle Nazioni Unite Volker Turk in una nota.