Puntuale è arrivata la rappresaglia russa ed è piovuta dal cielo. All'indomani della decisione di Germania e Stati Uniti sui carri armati, l'Ucraina è stata colpita dal tredicesimo attacco missilistico contro le infrastrutture energetiche del Paese, da novembre in poi. La contraerea ha abbattuto 47 dei 55 missili lanciati dalle forze russe, di cui 20 dovevano colpire Kiev, ma alcuni obiettivi sono stati comunque colpiti a Odessa e Zaporizhzhia, con vittime anche nella capitale, dove al suono delle sirene la popolazione è tornata a rifugiarsi nei sotterranei della metropolitana. In tutto sono stati colpiti 35 edifici residenziali, in questa ondata di attacchi, le forze russe hanno utilizzato anche almeno un missile ipersonico KH 47. Per effetto di questo ennesimo raid missilistico, nuovi blackout sono stati imposti su tutta la rete elettrica e in particolare a Odessa, appena dichiarata patrimonio mondiale dell'Unesco. Se il nuovo bombardamento si inquadra nella strategia russa di annientare la rete energetica Ucraina, è impossibile non notare che l'ondata di attacchi arrivi a poche ore dall'annuncio di Biden e di Scholz circa l'invio dei tank Abraham and Leopard all'Ucraina, in tutto si tratterebbe di circa 100 carri armati di nuova generazione che però nella migliore delle previsioni non dovrebbero arrivare prima di fine marzo-inizio aprile, in tempo per provare ad arrestare l'annunciata offensiva russa di primavera. Dal Cremlino, oltre che missili e droni, arrivano dichiarazioni molto dure. Per il portavoce Peskov, l'invio dei carri armati dimostra il coinvolgimento diretto dell'Occidente nel conflitto, di conseguenza i colloqui Putin-Zelensky non sono ormai più possibili, mentre dagli Stati Uniti è Donald Trump ad attaccare la Casa Bianca, prima arrivano i tank e poi le testate nucleari, ha scritto sul suo social media Truth, bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso, è così facile.