Sì, Giovanna, sappiamo di un contatto telefonico fra Macron e Putin, che è stato Macron a chiederlo proprio per avere aggiornamenti sul fronte negoziale. Non abbiamo idea di che cosa si siano detti e che cosa sia stato divulgato. Per volontà dello stesso Cremlino -come ha detto Dmitry Peskov- il quale non solo ha espresso il rimpianto per il fatto che comunque i negoziati vanno molto lentamente e la Russia vorrebbe che fossero molto più concreti e entrassero nel dettaglio, mentre invece gli ucraini sarebbero -sempre secondo la versione russa- troppo vaghi. Ma, diciamo, Peskov ha detto anche, insomma, che questi non vogliono diffondere dettagli per non influenzare il lavoro in corso, contrariamente a quello che stanno facendo le potenze occidentali che invece cercano di manipolare quanto sta accadendo. Nella realtà dei fatti sappiamo qual è l'ostacolo, o comunque intuiamo qual è l'ostacolo, attraverso anche le dichiarazioni di Zelensky che stamattina -fra stanotte e stamattina in effetti, nel suo comunicato notturno anzi per essere più corretti- ha detto di essere pronto a ridiscutere dell'integrità territoriale dell'Ucraina quando ha detto, in buona sostanza, di accettare comunque anche l'idea di un referendum qualora dovessero esserci delle modifiche costituzionali. Quindi un'apertura, che però sappiamo benissimo non essere stata accolta favorevolmente dalla Russia, la quale ancora cerca di -come dire- di smarcarsi da questa questione. In buona sostanza, da una parte l'Ucraina non vuole ovviamente rinunciare a quei territori e dall'altra la Russia non vuole rimetterli in discussione da dove sono stati -evidentemente come ci raccontano purtroppo dal campo- sono finiti sotto il controllo russo nonostante l'eroica resistenza ucraina. Dal fronte diplomatico, però, c'è anche da segnalare un altro elemento, un elemento di tensione: quello, ulteriore, con gli Stati Uniti. Parte sempre da Joe Biden -bisogna dire, in questo caso, la provocazione- che ha accusato la Russia di poter utilizzare dell'arsenale non convenzionale e armi chimiche. Risposta segnata del Viceministro degli Esteri Ryabkov, il quale ha detto: "noi non abbiamo a disposizione un simile armamentario". Il che, naturalmente, è tutto da verificarsi. Ma comunque questo per dire un po' qual è il clima che si respira. Restiamo a parlare di Joe Biden. Siamo a Varsavia e a Varsavia c'è grande attesa perché venerdì Joe Biden, dopo il tour diplomatico in Europa, approderà proprio qui in Polonia. Perché? Perché la Polonia è il fianco più sensibile, naturalmente, sul fronte orientale e qui ci sono gli schieramenti che, in parte per una debolezza politica e in parte ideologicamente, sono molto molto più favorevoli a un coinvolgimento maggiore da parte dell'Occidente. Vedremo, naturalmente, quello che succederà. Purtroppo bisogna dire che sul fronte negoziale le speranze di una rapida soluzione -come dire- a livello diplomatico sembra per ora essersi allontanata.























