Si può definire gruppo paramilitare, brigata di mercenari o compagnia militare privata ed è comparsa, per la prima volta sulla scena internazionale nel 2014, quando la Russia conquistò la Crimea. I soldati senza mostrine che apparvero per le strade della penisola, soprannominati omini verdi, appartenevano probabilmente al gruppo Wagner, che poi mandò circa 1.000 mercenari ad aiutare i separatisti russi a combattere l'esercito ucraino. Una sorta di esercito segreto al servizio del Presidente Putin. Da lì in poi, i soldati Wagner sono stati la mano nascosta della Russia su diversi scacchieri: dalla Siria a partire dal 2015 dove aiutavano le forze del Presidente Assad, alla Libia dove hanno appoggiato il Generale a Haftar. E poi in Africa, dove il gruppo Wagner ha aiutato il governo del Mali a combattere gli estremisti islamici, mentre in Repubblica Centrafricana sarebbe impegnato nell'addestramento dell'esercito e nella custodia delle miniere. Proprio dalle miniere africane arriverebbero molti dei finanziamenti di cui gode il leader del gruppo Yevgeny Prigozhin, soprannominato il cuoco di Putin per le sue precedenti attività di catering. Anche l'impegno a conquistare prima Soledar e ora Bahamut, sarebbe chiaramente mirato al controllo delle miniere di sale e gesso. Adesso il gruppo Wagner arriva a contare 50mila uomini, molti dei quali reclutati direttamente dal leader, tra i detenuti delle carceri russe. Se fino al 2022 Prigozhin negava qualsiasi contatto con il gruppo Wagner, a novembre, a San Pietroburgo, è stato invece aperto il primo quartier generale del gruppo che Prigozhin ha ammesso di aver fondato per migliorare le capacità di difesa della Russia. Da lì in avanti le sue apparizioni sul fronte sono state sempre più frequenti per rivendicare i successi della compagnia e presentarne i leader sul campo, mentre in parallelo criticava apertamente l'esercito regolare russo, tanto che molti analisti parlano apertamente delle sue ambizioni politiche e della sfida che i suoi militari, con i loro successi, stanno non troppo implicitamente lanciando al Cremlino, come dimostrano la conquista di Soledar e l'assedio di Bakhmut.