È slittato di un giorno l'inizio del nuovo round dei colloqui di pace tra Ucraina e Russia, troppo difficile in poche ore organizzare la logistica, soprattutto dalla delegazione di Kiev, per raggiungere Instanbul, dove comunque, nelle prossime ore, i negoziatori si confronteranno per la seconda volta in presenza. Era già successo in Bielorussia dove c'era già stato un primo incontro di persona, a cui erano poi seguite delle videoconferenze. In quell'occasione le trattative erano subito risultate in salita. Per l'incontro in Turchia, le premesse sono leggermente migliori. Le distanze rimangono certo, il Ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato infatti, che le priorità del Cremlino sono: la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina. Niente di più distante dalle posizioni di Zelensky, che le ha definite parole incomprensibili. Ma dal Presidente ucraino, c'è anche stata un'importante apertura quando ha detto, intervistato per la prima volta da un gruppo di media indipendenti russi, di valutare l'opzione della neutralità. Non c'è solo questo, a pesare sui colloqui, anche il sospetto avvelenamento, dopo un incontro a Kiev all'inizio del mese, sia dell'oligarca russo Roman Abramovich, indicato come mediatore nel conflitto, sia di alcuni negoziatori ucraini. Sintomi quali: occhi rossi, lacrimazione dolorosa e irritazione della pelle, ma nessuno in pericolo di vita. Una notizia diffusa dal Wall Street Journal, che certamente contribuisce a rendere ancora più teso il clima dei negoziati. Trattative a parte, il Cremlino sta mettendo a punto, in risposta alle sanzioni occidentali, un decreto per limitare l'ingresso in Russia di tutti i cittadini di quei Paesi che si sono mostrati ostili nei confronti di Mosca. E tra questi c'è anche l'Italia.