"Non abbiamo rispettato il nostro compito, da allora mi porto dietro quel giorno nero." Con queste parole indirizzate al capo di Stato maggiore Herzi Halevi, Aharon Haliva generale a capo dell'Intelligence militare israeliana rassegna le dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti nella sicurezza che hanno permesso agli uomini armati di Hamas di attaccare il suolo israeliano all'alba del 7 ottobre. Haliva, che lascia l'incarico dopo 38 anni di servizio, è la prima figura israeliana di spicco a dimettersi dopo la strage che ha causato la morte di oltre 1.200 persone, dopo di lui anche il capo del comando centrale dell'Idf, Yehuda Fuchs, sceglie di togliersi la divisa. Decisioni che mostrano il malcontento di parte della difesa israeliana nei confronti della leadership di Benjamin Netanyahu poco incline a cambiare strategia militare e seguire consigli. Mentre lo Stato ebraico rafforza le misure di sicurezza in tutto il Paese a Gerusalemme un auto investe intenzionalmente tre pedoni che rimangono lievemente feriti in un attentato terroristico che scuote la città santa durante Pesach, la Pasqua ebraica. Intanto all'interno della Striscia di Gaza dove il numero delle vittime ha superato le 34mila persone, la Protezione Civile palestinese ha trovato centinaia di corpi in diverse fosse comuni all'interno dell'ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud dell'enclave, per mesi e mesi teatro di scontri e combattimenti tra l'Esercito con la stella di David e i miliziani di Hamas.