"Ma le persone di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia hanno espresso la loro volontà. Le menti dietro al regime di Kiev devono ricordarselo, devono ricordarsi che le persone di queste quattro regioni si sono espresse a favore della cittadinanza russa per sempre". Nella imponente sala principale del gran Palazzo del Cremlino dedicata a San Giorgio, ci si aspettava un discorso importante, anzi, come aveva anticipato il protocollo russo, imponente. E lo Zar ha mantenuto le promesse, alternando toni trionfalistici a minacciosi, lodando lo sforzo e l'eroismo dei combattenti, i sacrifici delle famiglie dei riservisti che hanno coraggiosamente risposto alla chiamata alle armi e ha reso omaggio a quanti sono caduti sul campo dedicando loro un minuto di silenzio. La narrazione offerta dal presidente russo è quella già proposta nelle precedenti occasioni. La ricostruzione di una Russia vittima del progetto dell'Occidente che vuole solo sopprimere una nazione che non vuole sottostare al suo neocolonialismo. Un Occidente, in particolare gli Stati Uniti, che dopo la tragedia del collasso dell'Unione Sovietica, hanno puntato alla disgregazione di un possibile rivale, un Paese ricco e prospero. E la risposta degli ucraini, che hanno potuto toccare con mano la volontà dell'Occidente, è stata di difendere la propria lingua e le proprie tradizioni. La Russia, ha chiarito Putin, è pronta a difendere con la forza il suo popolo. C'è poi la proposta di dialogo a Kiev anche se partendo dal presupposto che le popolazioni di Kherson, Donetsk, Lugansk e Zaporizhzhia hanno già espresso la loro volontà, insomma la precondizione dell'eventuale negoziato è il riconoscimento dell'annessione di queste regioni da parte della Russia. Quanto all'atomica, Putin ha ricordato che gli Stati Uniti sono l'unico Paese ad averla usata due volte. La verità e la Russia sono con noi, ha concluso poi Putin. Prima di procedere con la cerimonia della firma da parte dei quattro presidenti delle regioni annesse. Tutto questo nel giorno in cui proprio a Zaporizhzhia, un convoglio umanitario è stato colpito dai razzi della Grande Madre. Pesantissimo il bilancio con decine di vittime, tutti civili, che avevano portato aiuti alle famiglie intrappolate in una zona di guerra. Pronta intanto la risposta di Kiev, il presidente Zelensky ha ribadito: abbiamo la situazione sotto controllo. Tutto sarà Ucraina.