Sono stati raggiunti gli obiettivi. Vladimir Putin dal suo insediamento, spande retorica a piene mani sulla prossima vittoria russa in Ucraina. Non c'è però solo propaganda, ma anche sostanza. L'offensiva su Kharkiv sta procedendo e si susseguono gli annunci di villaggi caduti nelle mani della Federazione. Gruppi di fanteria russa sono entrati a Vovchansk, nella regione di Kharkiv. La notizia proviene dal portavoce del Ministero della Difesa ucraino Dmytro Lazutkin, che ha poi aggiunto che l'offensiva è stata contenuta. La realtà è che la Russia sta avanzando sul fronte nordorientale, puntando verso la seconda città ucraina e, nonostante gli sforzi delle forze armate di Kiev, la sua avanzata sembra, per ora, inarrestabile. Benzina sul fuoco della retorica di Putin che si spinge a sostenere che più efficacemente agiranno le forze armate di Mosca, più presto sarà possibile risolvere pacificamente il conflitto. Intanto, almeno 8.000 persone sono state evacuate nell’oblast di Kharkiv. Una situazione talmente preoccupante da spingere il Presidente Zelensky a cambiare la sua agenda di viaggio all'estero e disdire le visite a Madrid e Lisbona. Intanto, sul campo, è stato costretto a mandare rinforzi nell'aria per cercare di frenare l'avanzata russa che, però, non si limita solo al nord-est, ma spinge anche a sud, conquistando la città di Rabotino, nella regione ucraina di Zaporizhzhia. Il Segretario di Stato americano Blinken, nel corso della sua visita a Kiev, ha cercato di mandare segnali distensivi. Gli USA proseguiranno a sostenere l'Ucraina, ha detto nell'incontro con la dirigenza ucraina, e ha poi annunciato nuovi finanziamenti di due miliardi di dollari. Una visita, quella di Blinken, che ha provocato l'ennesima intemerata della portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha definito il viaggio diplomatico di Blinken una visita di satana. Il consueto gioco di carota e bastone della diplomazia di Mosca, mentre Zakharova spara ad alzo zero, Putin, in vista del viaggio a Pechino, rilascia dichiarazioni concilianti, mai opposto al dialogo con l'Occidente.























