"Honk Kong libera", questo uno degli slogan ripetuti con più insistenza dai manifestanti che sono tornati a sfilare per le strade della metropoli stamattina. La marcia di protesta si concluderà simbolicamente davanti alla stazione ferroviaria, dalla quale partono i treni con destinazione Cina. Uno degli organizzatori spiega che gli obiettivi della nuova mobilitazione sono due: il ritiro definitivo del disegno di legge sull'estradizione e mostrare ai visitatori il vero volto pacifico della protesta e il reale messaggio. La marcia è partita oggi dal parco di Tsim Sha Tsui, un distretto portuale, molto popolare tra i turisti cinesi, il vero obiettivo della manifestazione. Per i manifestanti infatti, i media della Repubblica popolare hanno descritto le proteste come violente e volta a destabilizzare la madrepatria e finanziate dall'estero. Si tratta della prima mobilitazione di rilievo dopo l'assalto di lunedì scorso alla sede del Parlamento da parte di un gruppo di dimostranti col volto coperto. Un episodio che aveva reso ancora più tesa la situazione. La repressione della polizia infatti non si era fatta aspettare ed erano scoppiati dei violenti scontri. Da un mese ormai i movimenti di protesta contro il provvedimento governativo al momento sospeso, che permette l'estradizione degli abitanti di Hong Kong verso la Cina è cresciuto sempre di più, aumentando i consensi. I manifestanti chiedono il ritiro completo della legge sull'estradizione, un'inchiesta indipendente sull'uso da parte della polizia di lacrimogeni e pallottole di gomma, amnistie per le persone arrestate e ovviamente le dimissioni di Carrie Lam, la leader dell'amministrazione di Hong Kong.