Le forze di difesa israeliane IDF hanno dato il via libera a un piano che prevede una nuova e massiccia offensiva per la conquista di Gaza City. Secondo quanto riferito dall'esercito, il progetto è stato discusso in un incontro con alti ufficiali militari e rappresentanti dello Shin Bet. Sono decine i morti in tutta l'enclave, mentre il bilancio delle vittime legate alla carestia continua a crescere. In 24 ore, sono morti otto palestinesi, tra cui tre bambini a causa della fame. Il totale delle vittime per, denutrizione ha raggiunto le 235, di cui 106 sono bambini, secondo i dati del Ministero della Salute di Gaza. Nel frattempo un altro sviluppo ha attirato l'attenzione internazionale. Fonti israeliane parlano di discussioni in corso tra Israele e il Sud Sudan, sulla possibilità di trasferire i palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza, in quella che Israele e Stati Uniti chiamano migrazione volontaria, ma le maggiori organizzazioni internazionali chiamano pulizia etnica. Il governo del Sud Sudan ha smentito queste voci, mentre nel Paese si trova una delegazione diplomatica israeliana, guidata dal viceministro degli Esteri in visita istituzionale. Intanto Hamas ha annunciato che uno dei suoi leader, Khalil al-Hayya, è arrivato a Il Cairo per partecipare a colloqui con il governo egiziano, con l'obiettivo di rilanciare i negoziati per un cessate il fuoco dentro Gaza e il rilascio di ostaggi. Le discussioni si concentrano anche sul miglioramento della situazione umanitaria a Gaza. Infine, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha annunciato che Hamas è stata inclusa nella Blacklist dell'ONU di Paesi e gruppi armati, accusati di violenze sessuali sistematiche come arma di guerra, in riferimento alle denunce delle donne israeliane dopo l'attacco del sette di ottobre. Guterres ha inoltre avvertito Israele, che sarà inserita nella stessa lista, se non permetterà l'accesso alle proprie carceri agli ispettori ONU, dopo le molteplici denunce di abusi sessuali subiti da detenuti palestinesi per mano dei propri carcerieri. .























