È ufficiale: anche il corpo di Marco Gottardi, fidanzato di Gloria Trevisan morta nel terribile rogo della Grenfell Tower di Londra nel North Kensington, è stato riconosciuto. Era accanto alla fidanzata ma per avere la conferma è stato decisivo l’esame del Dna. Insieme anche nella morte: è stato questo il destino crudele di questi due giovani, partiti insieme dall’Italia per cercare un lavoro all’estero, a Londra. Volevano diventare architetti e qui, a Londra, avevano trovato lavoro e un appartamento al ventitreesimo piano del grattacielo divorato dalle fiamme il 14 giugno scorso. “Ora tutto è compiuto – ha dichiarato il padre di Marco, Giannino Gottardi – li hanno trovati insieme, come credevamo, uno accanto all’altro”, sono state le sue parole. E non poteva andare diversamente perché Marco e Gloria erano sempre insieme, mai divisi, uniti nelle gioie e nei sogni che volevano coronare insieme nella loro breve vita. Erano insieme anche quella notte, al telefono con i loro genitori. Inizialmente sembrava che l’incendio fosse sotto controllo quando Gloria chiama per la prima volta la mamma, all’una di notte, ma poi arriva un’altra telefonata: “Mamma mi sto accorgendo che sto morendo. Grazie per quello che hai fatto per me. Sto per andare in cielo. Vi aiuterò da lì”. Erano state le ultime frasi della ragazza. In televisione intanto in diretta, ma lontani, i genitori di lei, da Camposampiero in provincia di Padova, e quelli di lui, da San Stino di Livenza in provincia di Venezia, avevano assistito a quell’inferno. “Non ti preoccupare papà, qui si risolve tutto”, erano state le parole di Marco. Ma poi era calato il silenzio, i telefoni non avevano dato più alcun segno di vita e i genitori dei due ragazzi si erano resi conto che i loro figli erano rimasti intrappolati all’interno del palazzo, senza la possibilità di riuscire a salvarsi.