La vista dagli ultimi piani era mozzafiato ma senza dubbio la Grenfell Tower di Londra, divorata dalle fiamme come fosse una torcia, era un grattacielo anni Settanta di edilizia popolare costruito per chi non può permettersi case belle e costose. Finito di ristrutturare un anno fa, i lavori erano durati due anni, evidentemente non era sicuro, anzi si è rivelato una vera trappola. Gli esperti dicono che gli edifici ben fatti, ben costruiti e dotati di sistemi di sicurezza a norma, si difendono da soli dal fuoco. Dicono che se c’è un sistema antincendio a norma di legge, collaudato e verificato e procedure d’emergenza chiare, non si muore così dentro casa propria. Al grattacielo di Londra invece l’incendio, partito dai piani bassi, ci ha messo pochi minuti a scalare venti, arrivando velocemente fino al tetto. Nessun allarme è scattato, nulla ha frenato il fuoco, anzi gli spruzzatori automatici non sono entrati in funzione. Le vie di fuga non erano ben identificate e segnalate, denunciano gli inquilini. I rilevatori di fumo nei corridoi non hanno dato segnali. Nei pianerottoli e lungo i corridoi mancavano gli estintori. Insomma, l’indagine chiarirà le gravi responsabilità di tutto questo ma al momento la débâcle delle basilari norme di sicurezza antincendio è sotto gli occhi di tutti. Sul banco degli imputati l’azienda che gestisce il grattacielo e che ha fatto i lavori di ristrutturazione, rivestendo le facciate dell’edificio di pannelli di alluminio imbottiti di polistirolo per abbellire la struttura di cemento armato. I testimoni ripetono che le fiamme si sono propagate velocemente, proprio salendo lungo le pareti del grattacielo. Troppa plastica ovunque, dicono gli inquilini, appartamenti popolari per cittadini non ricchi su cui quindi forse molti hanno speculato e lucrato. Di questo è sempre stato convinto un comitato di residenti che da anni denuncia "solo una catastrofe potrà porre fine alle pericolose condizioni di vita", ad evidenziare l’incuria delle norme di sicurezza che vengono inflitte agli inquilini. I residenti avevano denunciato l’assenza delle vie di fuga, il posizionamento anomalo dei tubi del gas e delle caldaie e l’assenza di un sistema centralizzato antincendio, oltre all’utilizzo di materiali scadenti. Denunce cadute finora nel vuoto.