Le elezioni indiane sono un processo elettorale colossale. Saranno le più grandi per numero di votanti della storia delle democrazie, con circa un miliardo di persone chiamate alle urne. Si svolgeranno su sei settimane e i risultati si avranno il 4 di giugno. Quali sono le forze in campo? Da una parte c'è il BJP, il partito di Modi che cerca un terzo mandato. Un partito conservatore e nazionalista. Dall'altra parte una coalizione composita che non ha trovato un leader unitario, che ruota intorno all'Indian National Congress, il partito che fu di Gandhi e di Nehru e che ha governato il paese per circa 50 anni. Qual è la forza di Modi? Innanzitutto la forte, fortissima crescita economica del paese, la costruzione delle infrastrutture e il puntare molto sulla creazione e sul rafforzamento dell'identità hindu, insieme a una politica estera in cui l'India non è mai stata così rilevante, pur mantenendo la politica di non allineamento. Ha ottime relazioni sia con gli Stati Uniti che con la Russia. Le critiche delle opposizioni nei confronti di Modi sono feroci. Lo accusano di essere antidemocratico e autoritario, e di voler compromettere con il nazionalismo hindu la laicità dello Stato. Lo accusano di avere imprigionato alcuni leader dell'opposizione, in generale di voler sopprimere il dissenso e sopprimere la libertà di stampa con i grandi media che sono stati accentrati nelle mani di pochi grandi investitori, pochi grandi tycoon amici di Modi, che usa tantissimo invece internet, i social media e WhatsApp. Di certo modo, che tutti i sondaggi danno per favorito, dalla sua ha il fatto di essere un uomo forte, una figura ben identificata che moltissimi indiani amano, dall'altra il saper veramente parlare alla gente. Con lui essere indiano è tornato ad essere un orgoglio. E questo sembra contare moltissimo.