Nuova Delhi, Nawada, Calcutta, Mumbai la protesta torna infiammare l'India e questa volta è il nuovo schema di reclutamento militare voluto dal governo Modi che sta portando centinaia di migliaia di persone in strada. Si chiama Agneepath o Sentiero di fuoco in Hindi e il premier lo ha annunciato questa settimana per far entrare 1380000 persone nei ranghi dell'Esercito. L'obiettivo è doppio abbassare l'età media del personale e ridurre la spesa pensionistica. "È difficilissimo contenerli" spiega questo poliziotto chiamato a sedare la rivolta, ma la protesta si sta allargando a macchia d'olio e gli agenti in diverse parti del Paese hanno dovuto sparare per respingere le folle che stavano lanciando pietre e incendiavano cumuli di immondizia. Nello stato del Bihar, uno dei più poveri del subcontinente, al confine con Nepal e Bangladesh le persone hanno dato fuoco ad un ufficio del partito del premier Modi, il Bharatiya Janata Party, e attaccato ferrovie e strade. Le autorità hanno anche dovuto chiudere Internet in diversi distretti del Paese per impedire ai manifestanti di organizzarsi sulle reti social e prevenire l'ulteriore caos. Il nuovo sistema di reclutamento prevede l'ingresso di uomini e donne, tra i diciassette anni e mezzo ai ventuno, che avranno un mandato di 4 anni durante i quali non avranno accesso ai gradi dell'Esercito. La preoccupazione è questa: prima le reclute entravano in servizio per diciasette anni, il mandato più breve ha gettato nello sconforto milioni di famiglie; dove andremo dopo aver lavorato solo per 4 anni si chiedono i più giovani, timori fondati in un momento in cui il subcontinente è fragilissimo economicamente dopo la pandemia. Lo spettro di andare a ingrossare le file dei senzatetto che popolano gli slum dell'India e lì dietro l'angolo. Intanto il Paese è sempre più diviso; nelle ultime ore, in alcuni Stati, sono stati mandati i bulldozer a demolire case e negozi dei musulmani che avevano partecipato alle proteste sulle politiche contro l'Islam volute dal Governo. La giustizia delle ruspe, com'è stata ribattezzata questa politica, decisa dai Governi locali e spalleggiata dall'Esecutivo nazionalista induista di Modi che da tempo vuole colpire, intimidire e discriminare in maniera sistematica la minoranza musulmana del Paese.