"Nessuna indulgenza" è la promessa del capo della magistratura, ma nelle piazze iraniane si continua a protestare nonostante arresti e vittime. Proteste scoppiate a seguito della morte di Mahsa Amini la 22enne uccisa mentre si trovava in prigione per non aver indossato correttamente il velo. E da voci ancora non confermate alle vittime dei giorni scorsi si sarebbe aggiunta Hadith Najafi, 20 anni, simbolo delle proteste e protagonista di un video divenuto in breve virale che la ritraeva mentre legava i capelli biondi con un elastico prima di partecipare senza velo ad una manifestazione. Secondo la sorella sarebbe stata colpita da sei proiettili nella città di Karaj, uno dei punti caldi dell'opposizione al regime. In molte città da Washington ad Atene, da Berlino fino a Arbil, città dell'Iraq curdo, la gente è scesa in strada per schierarsi al fianco delle donne iraniane. Manifestazioni che vivono anche grazie alla rete. Così il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti si stanno attivando contro la censura del governo di Teheran, che ha bloccato l'accesso a internet, per permettere un flusso libero di informazioni agli iraniani. Una mossa che ha provocato la reazione del Ministero degli Esteri che denuncia il sostegno degli Stati Uniti a quelli che definisce "rivoltosi" e anche la risposta di Elon Musk che ha messo a disposizione la sua rete di satelliti Starlink per l'accesso a internet, come fatto in precedenza con il popolo ucraino all'indomani dell'invasione russa.























