Kim arriva, il volto serio, stringe la mano ad un sorridente Putin. Il vertice all'Università dell'Estremo Oriente di Vladivostok per l'occasione set decorato con tricolori russi e bandierine Nordcoreane. La Russia sostiene e apprezza gli sforzi del leader per migliorare i rapporti con gli Stati Uniti. Lo ha detto il Presidente russo. Le parole sono ancora quelle della diplomazia, colloqui di grande sostanza, legami solidi e orientati al futuro. Al di là delle parole di rappresentanza c'è molto di più. Alla fine di febbraio Kim e Trump, nel vertice afoso di Hanoi, si erano lasciati guardandosi in cagnesco. È dalla fine del 2017 che Kim conduce test atomici e in quell'occasione, ad Hanoi appunto, il Presidente americano era stato obbligato ad abbassare l'asticella delle pretese. Solo un impegno generico sulla tempistica della denuclearizzazione della Nord Corea. Un accordo con Kim avrebbe rappresentato per il Presidente americano, o rappresenterebbe, questo lo vedremo, una bandiera da sventolare durante la campagna per le presidenziali 2020, campagna peraltro già entrata nel vivo. E allora ecco che Kim gioca su un altro tavolo, spiazza, preoccupa, mette sotto pressione Trump, o almeno ci prova, va in Russia per dimostrare che la Corea del Nord non è isolata e può contare sul dialogo con Mosca per cercare di sbarazzarsi delle sanzioni adottate dopo i test nucleari. Putin vuole invece rafforzare il ruolo del Cremlino come interlocutore di primo piano, dimostrando che l'America non è la sola potenza in grado di dettare l'agenda. Intanto il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha detto che spera ancora di raggiungere un accordo decisivo con la Nord Corea per la denuclearizzazione. La sua linea è insistere per ottenere un accordo concreto. Pompeo, che è stato a Pyongyang quattro volte lo scorso anno, ha detto che crede che Kim sia disposto a fare un passo importante per rinunciare alle sue armi nucleari in cambio di un minore isolamento. È passato solo un anno da quando i media di tutto il mondo titolavano incontro storico, l'inizio del disgelo. Allora, quando nella zona smilitarizzata il leader nordcoreano aveva varcato a piedi le linee di confine e aveva invitato il Presidente sudcoreano a passare brevemente al Nord. Un anno in cui i pezzi sulla scacchiera sono stati mossi lentamente. Negli scacchi, il percorso dalla casella di partenza a quella di arrivo deve essere libero, i pezzi non possono essere ostacolati da pezzi propri o da quelli avversari, a meno che al tavolo non sieda Kim e allora il gioco cambia regole e l'incontro con Putin è un improvviso e spiazzante arrocco.