Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approva il piano americano per il cessate il fuoco tra Israele e Gaza con 14 voti a favore e un astenuto: la Russia. Hamas si fa sapere soddisfatta del voto. Ed è proprio per promuovere questa iniziativa che Blinken inizia il suo ottavo tour mediorientale. Prima tappa in Egitto, dove Blinken ha incontrato il Presidente egiziano Al-sisi e il leader dell'intelligence e uomo forte delle mediazioni Abbas Kamel. Tra i vari temi legati alla guerra nell'enclave palestinese, anche la riapertura del valico di Rafah, chiuso il 7 di maggio per via dell'occupazione delle forze israeliane e la sua gestione nel futuro dopoguerra. Punto di impasse è da una parte l'indisponibilità del governo di Netanyahu ad accettare una governance affidata all'autorità palestinese, e dall'altra gli interessi commerciali egiziani intorno al valico stesso. Blinken ha riaffermato l'importanza di aprire il valico per far entrare maggiori aiuti umanitari alla popolazione civile e che manca solo la risposta positiva di Hamas per raggiungere la fine delle ostilità. Ma il leader di Hamas, Haniyeh, da Doha, ha pubblicamente attaccato l'amministrazione americana, definendola "complice israeliana", ma ciò nonostante, il movimento islamista ha chiesto a Blinken di mettere pressione ad Israele per raggiungere un cessate il fuoco permanente, che stando alle dichiarazioni del governo israeliano, lo Stato ebraico non sembra voler accettare, almeno pubblicamente. Media americani hanno pubblicato inoltre indiscrezioni diplomatiche statunitensi che parlano di un "piano B" da far scattare qualora l'ennesimo tentativo per un cessate il fuoco dell'amministrazione americana fallisca nuovamente: intavolare una trattativa diretta tra Stati Uniti e Hamas, mediata dal Qatar, per la liberazione esclusivamente di 5 ostaggi con doppia nazionalità americana. L'ufficio del primo ministro israeliano ha fatto sapere di voler discutere di questa eventualità con Blinken, che dal Cairo è volato a Gerusalemme. Ed al termine dell'incontro con Netanyahu, ha ribadito che la proposta sul tavolo, aprirebbe la possibilità di calma lungo il confine settentrionale di Israele e di un ulteriore integrazione con i Paesi della regione. Il segretario ha aggiornato il primo ministro sugli sforzi diplomatici in corso per pianificare il periodo post-bellico, sottolineando l'importanza di tali sforzi per garantire pace, sicurezza e stabilità a lungo termine, sia agli israeliani che ai palestinesi.