Negoziati in salita per la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, dopo che la società civile israeliana per giorni preme sul Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu affinché sigli un accordo con Hamas per liberare gli ostaggi. Il leader del Likud invia un team negoziale al Cairo, in Egitto, per discutere la questione dei rapiti israeliani con i mediatori egiziani e continuare così trattative indirette con Hamas, nonostante il fallimento dei colloqui a Doha, in Qatar. Sul tavolo la richiesta di Israele ad Hamas di liberare immediatamente 11 ostaggi israeliani ancora in vita e consegnare i corpi di metà dei rapiti deceduti durante la cattività all'interno della Striscia in cambio della scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi e di un cessate il fuoco temporaneo fino a metà aprile. Rimane caldo il fronte yemenita. Gli Houti i ribelli sciiti dello Yemen sostenuti dall'Iran, colpiscono una porta aerei statunitense nel Mar Rosso in risposta agli attacchi lanciati dagli Stati Uniti sabato sullo Yemen, che hanno colpito diversi siti strategici degli Houti causando la morte di almeno 31 persone e il ferimento di oltre 100. Un' operazione militare ordinata dal Presidente americano Donald Trump, volta ad intimare ai ribelli yemeniti di cessare gli attacchi contro le navi commerciali legate ad Israele, Stati Uniti e Regno Unito, in transito tra Oceano Indiano e Mar Rosso, cominciati dopo l'inizio della guerra a Gaza in solidarietà con i palestinesi. Ma l'azione di Washington lancia soprattutto un messaggio a Teheran, ovvero smettere di sostenere i miliziani yemeniti, altrimenti il regime degli Ayatollah verrà ritenuto responsabile. Dura la reazione del Presidente iraniano Masoud Pezeshkian che dichiara come l'iran non cederà mai alla pressione della Casa Bianca. Concetto ribadito anche dal Comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniane Hossein Salami, che sottolinea come l'Iran, se attaccato, non esiterà a rispondere. .