Continua a salire la tensione in Medio Oriente dopo gli attacchi USA, postazioni filo-sciite in Iraq e Siria che hanno lasciato decine di morti un'operazione di rappresaglia contro l'attentato in una base USA, in Giordania che ha ucciso tre soldati americani. Forti le parole di condanna dell'Iraq, della Siria, dell'Iran e della Russia, definendo l'operazione militare come una violazione dell'integrità territoriale siriana ed irachena. Mentre in Israele la popolazione civile scende in piazza per gli ostaggi in tutte le principali città, a Gerusalemme chiedendo addirittura le elezioni anticipate contro la leadership di Netanyahu. Eppure qualcosa si muove su questo fronte, fonti israeliane fanno sapere di aspettarsi una risposta da Hamas sulla proposta israeliana di un cessate il fuoco temporaneo, per uno scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Proposta che ha diviso la leadership di Hamas stessa, con Haniyeh, il capo politico a Doha, fermamente contrario a un cessate il fuoco se non definitivo e Sinwar, massimo esponente dentro Gaza, più propenso a cogliere l'occasione posta sul tavolo. Oltre al Qatar anche la Turchia si è fatta avanti con tentativi di mediazione, consapevoli che da un lato c'è in bilico la vita degli oltre 120 ostaggi dentro Gaza di cui si stima ormai la metà già morti e dall'altro quella dei civili palestinesi, con oltre 27mila morti e 2 milioni intrappolati in una delle pagine più buie del Medio Oriente.