La risposta israeliana all'attacco dell'Iran sembra non essere imminente. Il portavoce dell'IDF, Daniel Hagari, infatti, dichiara che l'esercito al momento non estenderà operazioni militari. Per ora, appunto. Perché una reazione sembra essere dovuta, con il Ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz che avverte che l'Iran pagherà il prezzo dell'offensiva contro Israele quando lo Stato ebraico lo riterrà più opportuno, sottolineando l'importanza di costruire una coalizione regionale contro la minaccia rappresentata dal regime di Teheran. Nonostante i sistemi di difesa israeliani siano riusciti ad intercettare e neutralizzare il 99% dei 350 tra missili e droni lanciati dall'Iran su Israele nella notte tra sabato e domenica, segnando di fatto una vittoria per lo Stato ebraico, mantenere la deterrenza per Gerusalemme è d'obbligo, anche se l'amministrazione americana di Joe Biden spinge per la moderazione, proprio per evitare il rischio di un'escalation regionale. Un inasprimento che vorrebbe essere evitato anche dallo stesso regime degli Ayatollah. Il Ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, dichiara che l'Iran non ha nessuna intenzione di continuare le operazioni difensive contro Israele ma che se necessario il Paese non esiterà a proteggere i propri interessi contro qualsiasi nuova aggressione. Intanto, il monito della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, che scrive in ebraico sui social "Gerusalemme sarà dei musulmani", suona come un'ulteriore minaccia, non promettendo nulla di buono.