Un bombardamento attribuito ad Israele colpisce la sezione consolare dell'ambasciata iraniana a Damasco. Muoiono 13 persone, tutte collegate alla Guardia Rivoluzionaria iraniana e alla jihad islamica palestinese, tra cui l'alto comandante iraniano Mohammad Reza Zahedi attivo in Siria e Libano fino al 2016. Il leader supremo Khamenei giura vendetta contro Israele, mentre il Segretario Generale dell'ONU Guterres, preoccupato da una nuova escalation, condanna l'attacco e chiede a tutte le parti coinvolte di mantenere la calma. Dentro Gaza viene bombardato per tre volte un convoglio del World Central Kitchen uccidendo sette operatori umanitari britannici, australiani, polacchi, canadesi ed americani. Il governo israeliano chiede scusa, l'esercito israeliano promette un'indagine. Ma l'incidente causa il blocco delle operazioni di aiuti umanitari tramite il corridoio marittimo, con la ONG che interrompe le attività dentro Gaza ed i finanziatori che sospendono i fondi. Non sono i primi operatori umanitari a perdere la vita dentro Gaza, le Nazioni Unite fanno sapere che dal 7 ottobre al 20 marzo 196 sono morti in circostanze simili, mentre la popolazione gazawa muore di fame. A Gerusalemme, nonostante il governo abbia mandato una nuova delegazione al Cairo con una ennesima proposta indirizzata a Hamas per la liberazione degli ostaggi, le piazze tornano a scaldarsi per il terzo giorno consecutivo. L'ultima sera della manifestazione delle famiglie degli ostaggi insieme al movimento anti Netanyahu finisce qui a pochi metri dalla residenza del primo ministro israeliano, come potete vedere. Una situazione molto tesa, i manifestanti da un lato e la polizia a cavallo da un'altra, stanno bloccando, appunto, questa protesta. I manifestanti volevano raggiungere la residenza del presidente israeliano, ma poi, alla fine, per motivi di ordine della strada, per via delle chiusure della strada della polizia hanno deciso di dirigersi sotto la casa del Primo Ministro Benjamin Netanyahu e gridano ora dimissioni subito, riportate a casa i nostri cari.