Abbiamo chiesto, innanzitutto, alle parti di astenersi dall'escalation militare nel governatorato di Rafah, proprio perché ci sono 600 mila bambini delle famiglie sfollate che dovrebbero essere evacuate quanto prima, perché le condizioni, purtroppo, sono in peggioramento, stanno aumentando le malattie, i bambini scavano tra i rifiuti, c'è un rischio del diffondersi dell'epatite A e purtroppo sono compromesse molte fonti idriche. Questa è un'area, lo voglio ricordare, dove c'erano circa 200 mila persone in passato, oggi ci sono un milione e mezzo di persone e 600 mila sono bambini. Tra i 17 e i 19 mila bambini che hanno perso un papà o una mamma, che non sono accompagnati o entrambi i genitori. Noi stiamo cercando di fare un'attività, come abbiamo fatto anche per l'Ucraina, di ricongiungimento sia dei parenti, sia di famiglie e affini, sia di amici. Ora il problema è che in questo caso è molto più complesso perché le famiglie, laddove, diciamo, anche sono allargate, sono meno disposte ad accogliere bambini soli perché c'è una problematica comunque legata alla fame, alla povertà e alle cattive condizioni generali. Per cui questi bambini, purtroppo, sono alla mercé di violenza e chiaramente, e quindi, in grave pericolo. Lo voglio ribadire, di un cessate il fuoco umanitario immediato e di un rilascio sicuro, questo diciamolo perché altrimenti sembra che parliamo soltanto di bambini e bambine di serie A e di serie B. Ci vuole anche un rilascio sicuro e immediato di tutti gli ostaggi, perché ci sono anche bambini tra gli ostaggi, che, di fatto, stanno soffrendo tantissimo.