In parallelo alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla decisione israeliana di occupare militarmente Gaza City, definita in sede ONU catastrofica, Benjamin Netanyahu descrive alla stampa straniera Gaza City e i campi profughi del centro dell'enclave, come gli ultimi due bastioni di Hamas. Solo nell'area di Al-Mawasi, le Nazioni Unite stimano che ci sia una densità di 47700 persone per chilometro quadrato. . . . . . Netanyahu elenca cinque condizioni per la fine della guerra, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione di Gaza, la liberazione di tutti gli ostaggi, il mantenimento del controllo della sicurezza sull'enclave, ed un'eventuale amministrazione civile non israeliana. Il Primo Ministro israeliano rigeta le accuse dell'utilizzo della fame come arma di guerra, definendole propaganda e annuncia un aumento dei siti di distribuzione della Fondazione Gaza Humanitarian Foundation. Ai governi stranieri dice "Vinceremo questa guerra con o senza il vostro supporto". Dura la risposta di Hamas "Da Netanyahu solo bugie". Nei territori palestinesi occupati in Cisgiordania, l'Associazione per i Diritti Umani B'Tselem pubblica il video girato da Hawda al Attalin, palestinese ucciso a Umm al-Khair da un colono israeliano, una ultima disperata testimonianza delle demolizioni nel suo villaggio, prima di documentare il colpo che gli ha tolto la vita. .























