Un agente bruciato vivo nella regione di Puno dove le proteste stanno dilagando. L'orrore della notizia e benzina sul fuoco in una situazione che sembra sempre più sfuggire al controllo in Perù. Il Paese latino-americano da dicembre travolto da proteste di piazza che hanno provocato quasi 50 morti. Per ora, è stato deciso il coprifuoco di 3 giorni nella regione, una delle più povere del Paese. A rendere il clima ancora più esplosivo l'annuncio del Procuratore generale di aver aperto un'inchiesta nei confronti della presidente Dina Boluarte e di alcuni membri del Governo, con l'accusa di genocidio. Proprio per la repressione delle proteste in atto da dicembre, quando è stato deposto il Presidente Pedro Castillo. Il Perù ha assistito ha un rapido avvicendamento della carica di Capo dello Stato, 5 negli negli ultimi 2 anni, a causa di una instabilità sociale e politica provocata dalle gravi disparità economiche del Paese. Castillo, aveva preso l'impegno di combattere la povertà dilagante aggravata dalla pandemia di Covid. Ma la sua decisione di deporre il Congresso era stata interpretata come un tentativo di golpe, portando all'elezione della sua Vice Presidente Dina Boluarte. Una decisione che aveva avuto l'effetto di un detonatore nel clima esplosivo del Perù, a complicare ulteriormente il quadro la scelta del Parlamento di confermare la fiducia all'esecutivo. Insomma, oltre lo sconto di piazza è in corso anche un grave scontro istituzionale che può far collassare il Paese definitivamente. A conferma di questo quadro le immagini che giungono dalle TV locali che mostrano violenza dilagare per le strade del Perù. Sono segnalati i saccheggi e scontri ovunque, nella città di Culiacán, 9 mila persone hanno addirittura tentato di invadere lo scalo aeroportuale.