Questo è quello che rimane della violenza, gli scontri, le vittime, strade deserte e segni di guerra. 8000 arresti circa durante la crisi in Kazakistan; la conferma arriva dal governo, dopo giorni di blackout e violenze, con la connessione internet bloccata nella principale città kazaka Almaty, la più colpita, per qualche momento qualcuno è riuscito a riconnettersi in un'altalena di tentativi. Sono oltre 160 i morti nei disordini, è un bilancio difficile anche solo da verificare; la Russia dice il Presidente Putin non permetterà che si realizzino scenari di rivoluzioni colorate alle sue porte, alludendo alla Rivoluzione Arancione, ha spiegato infatti sono stati usati i metodi in stile Maidan, la piazza simbolo delle proteste contro il governo in Ucraina del 2014. Ma le forze, a guida russa, in Kazakistan resteranno nel paese per un tempo limitato, ha garantito Putin e poi ha sottolineato il paese è bersaglio del terrorismo internazionale. Le sommosse sono state un tentativo di golpe e di sovvertire l'ordine costituzionale ha risposto invece, con convinzione, il Presidente kazako; l'obiettivo principale è diventato evidente sostiene sovvertire l'ordine costituzionale, distruggere le istituzioni governative e prendere il potere; stiamo parlando di un tentativo di colpo di stato ha detto in quella che è stata dichiarata giornata di lutto nazionale in ricordo delle vittime.