Presidential Harassment, persecuzione Presidenziale. Donald Trump nella sua ultima esternazione non spiega a cosa faccia riferimento, ma perché il riferimento è ovvio. È il commento all'annuncio della prossima testimonianza di Robert Muller, procuratore speciale per Russiagate di fronte i membri delle commissioni intelligence di Camera e Senato. Una richiesta che, benché provenga da due ali del Parlamento controllate da maggioranze diverse, è stata presentata congiuntamente. Il che dà un senso del clima di Capitol Hill nei confronti del Presidente. Il Twitter che ne da’ l'annuncio è tutto un programma. Sono lieto di annunciare che la Commissione bicamerale sull'intelligence, riceverà la testimonianza pubblica del procuratore speciale Robert Mueller, il prossimo 17 luglio in base a un mandato di comparizione rilasciato questa sera. Non vediamo l'ora che il signor Mueller testimoni come fanno tutti gli americani. Dal canto suo, come la pensi Mueller è evidente. Un mese fa il procuratore aveva ribadito che la sua inchiesta non si sarebbe potuta concludere in ogni caso con la richiesta di incriminare il Presidente degli Stati Uniti, perché secondo il Dipartimento della giustizia un Presidente in carica non può essere incriminato. Quello che potevano fare i procuratori era solo indagare sui fatti e poi decidere se scagionare o non scagionare il Presidente Trump e la decisione è stata non scagionarlo. In una dichiarazione del 29 maggio aveva infatti dichiarato: Ci sono stati molteplici, sistematici tentativi di interferire nelle nostre elezioni e questi addebiti meritano l'attenzione di tutti gli americani. Insomma, il suo desiderio è stato esaudito. Trump aveva ribadito che la conclusione delle indagini è stata la sua assoluzione. A questo punto bisogna vedere se il 17 luglio la penseranno così tutti gli altri americani.