Le versioni sono contrastanti, secondo gli israeliani i militari sono intervenuti in risposta a una provocazione, i palestinesi parlano di un raid indiscriminato e immotivato. Le immagini degli scontri alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme mostrano esplosioni di fuochi d'artificio all'interno e persone che lanciano pietre. Un altro video della Polizia mostra agenti antisommossa con gli scudi che avanzano sotto una raffica di esplosioni di fuochi d'artificio. Il bilancio dell'operazione è pesante, un agente ferito da un proiettile e oltre 350 fermi. Come nel rispetto di un copione ben rodato, è arrivata immediata la risposta palestinese con il lancio di razzi da Gaza verso Sderot, la città al confine con l'enclave palestinese a Sud dello stato ebraico. Tutti e nove i razzi sono stati intercettati dal sistema di protezione Iron Doom. Più o meno nelle stesse ore, però, un palestinese di Hebron ha attaccato e ferito col coltello due soldati di Tzahal e Hamas, la formazione islamista alla guida della striscia ha rivendicato l'attacco lanciando una promessa agghiacciante: "I Coloni devono capire che non vivranno più in sicurezza". Tutto appunto secondo uno schema ben preciso che si è visto ripetersi spesso, soprattutto in occasione del mese sacro ai musulmani del Ramadan e la Spianata delle Moschee che per gli ebrei è invece il Monte del Tempio sopra il Muro del Pianto è una sorta di epicentro delle tensioni del conflitto israelo-palestinese. Il momento però non poteva essere dei peggiori proprio mentre le piazze israeliane sono piene di manifestanti che protestano contro la riforma della Giustizia e il Premier Netanyahu, un falco sul dossier palestinese è molto debole. Per la prima volta nella sua storia, Israele è lacerata da una polarizzazione inusuale anche per un Paese abituato a un dibattito politico vivace. E però è un gioco rischioso anche per Hamas, il nemico viene sempre attaccato quando si dimostra debole, ma questa potrebbe essere anche l'occasione in cui lo Stato Ebraico ritrova la sua unità.