La parola libertà potrebbe riaffacciarsi nel futuro di Lula da Silva. All'ordine del giorno della II Sezione della Corte Suprema di Brasilia è stata inserita una richiesta di annullamento del processo che ha portato alla condanna per corruzione dell'ex Presidente del Brasile. L'udienza potrebbe anche avere come esito finale la scarcerazione dell'ex leader del Partito dei lavoratori. Uno sviluppo inatteso, che arriva dopo le rivelazioni del sito investigativo The Intercept, guidato dal giornalista americano Glenn Greenwald, l'uomo che divulgò i documenti segreti della National Security Agency, rubati da Edward Snowden. Secondo The Intercept ci sarebbe stato uno scambio di messaggi tra Sergio Moro, ex magistrato anticorruzione e attuale Ministro della Giustizia di Bolsonaro, e i PM dell'inchiesta Lava Jato, la Mani Pulite brasiliana. Messaggi che secondo il sito dimostrano che Moro avrebbe orientato le indagini che hanno poi portato alla condanna per corruzione di Lula, con l'obiettivo di evitare che tornasse alla Presidenza. Il sito, precisando che si tratta solo di una parte di un materiale ben più vasto, spedito da una fonte anonima, ha pubblicato alcuni messaggi inviati sull'app Telegram tra il 2015 e il 2018 fra l'allora giudice Moro e il coordinatore della task force della Lava Jato. Dal dialogo tra i due risulta evidente un lavoro congiunto tra pubblica accusa e giudice: si scambiano consigli su come costruire l'atto di accusa contro Lula, ma anche considerazioni politiche sugli effetti negativi delle loro indagini per l'ex Presidente e il Partito dei lavoratori, e, ancora, dalle rivelazioni emerge lo sforzo affinché a Lula, già in carcere, non venga concesso di rilasciare un'intervista che avrebbe potuto rilanciare il suo candidato, Fernando Haddad, che ha poi perse il ballottaggio contro Bolsonaro.