Il 48% che nel 2016 votò per rimanere nell'Unione europea ci crede sempre più. E anche in Parlamento aumentano i deputati a favore di un secondo referendum. Ma al momento non è una scommessa facile. Il passaggio imprescindibile è il voto sul compromesso raggiunto da Theresa May con l'Ue. Se e quando quel compromesso sarà bocciato dalla Camera dei Comuni, come sembra tanto che si parla di rinviare il voto, a quel punto sarà eviente che non esiste una maggioranza alternativa. Se e quando lo stallo parlamentare sarà oggettivo e ufficiale, esaurite tutte le altre opzioni che vanno dalle dimissioni della May a nuove elezioni con un governo magari laburista a nuovi negoziati con Bruxelles che però al momento li esclude, il ritorno alle urne sarebbe l'opzione in primo piano come unica alternativa a un catastrofico no deal che nessuno vuole. Sullo sfondo un'altra opzione: fermare, semplicemente, la Brexit. Il giorno prima del voto la Corte di Giustizia europea dovrà dire se il Regno Unito abbia o meno la capacità i fermare l'art. 50 in maniera unilaterale. E molti pensano che dirà di sì. .