Le parole della presidente del Parlamento spagnolo Francina Armengol sono accompagnate da reazioni contrastanti che dividono sostanzialmente a metà l'emiciclo. A sinistra si applaude, a destra e al centro si alza la protesta, del resto che il Paese sia diviso sulla questione è rappresentato dalla risicata maggioranza, appena 5 voti di differenza, che ha approvato la grazia ai leader indipendentisti catalani. Indipendentisti che dopo la sostanziale sconfitta delle elezioni regionali lo scorso 12 maggio non hanno però abbassato l'asticella dello scontro e Miriam Nogueira, rappresentante del gruppo separatista Junts, guidato da Carles Puidgemont costretto all'esilio, getta benzina sul fuoco. Parole che provocano lo sdegno dell'opposizione guidato dal Partito Popolare e trova la sponda nell'estrema destra di Vox. E il leader del PPE, Alberto Nunes Feijoo, non fa sconti. Il “tutto” cui fa riferimento Nunes è il non detto dell’attuale dell'attuale situazione politica in Spagna guidato dal socialista Pedro Sanchez grazie ad una risicata maggioranza che vede il sostegno degli indipendentisti baschi e catalani appunto. Il prezzo da pagare è appunto il rientro di Carles Puidgemont il controverso leader indipendentista che tentò lo strappo dalla Spagna nel 2017, ora ha meno appeal di qualche anno fa, il suo partito Junts non ha la maggioranza della Catalogna. È però un tassello fondamentale per la tenuta dell'esecutivo di Madrid. Tutto questo al netto della magistratura che ha fatto sapere la sua contrarietà al provvedimento, l'ennesimo ostacolo nel cammino già accidentato del Governo spagnolo.