Un altro attacco sulle Champs-Elysées c’è stato lo scorso 20 aprile e sempre contro la polizia. L’assalitore, a colpi di kalashnikov, uccide un agente che muore sul posto, altri due rimangono feriti gravemente. Identificato il killer: è belga. La sparatoria avviene proprio mentre va in onda l’ultimo confronto fra i candidati alle presidenziali in vista del voto. L’uomo che ha sparato contro gli agenti muore freddato da altre pattuglie accorse sul luogo. Viene indicato dall’Isis con il nome di Abu Yusuf al-Baljiki. Un mese prima, il 18 marzo 2017, Zyed Ben Belgacem, cittadino francese di trentanove anni, aggredisce alcuni militari di sorveglianza all’aeroporto di Orly: sottraendo un’arma ad una soldatessa, entra in un negozio e lì finisce la sua fuga perché viene eliminato dalle forze speciali francesi. Noto alla polizia per reati comuni e indagato come radicalizzato nel 2015, era stato perquisito il suo appartamento senza trovare nulla. Un’ora e mezza prima dell’assalto a Orly aveva sparato contro la polizia a un posto di blocco in un banlieue a nord di Parigi ferendo un agente. L’8 ottobre 2016, a Viry-Chatillon, banlieue a sud della capitale francese, l’ennesimo attacco contro poliziotti. Questa volta vengono lanciate alcune bottiglie molotov contro due auto della polizia a guardia di una videocamera di sorveglianza installata per contrastare ladri e spacciatori e da tempo presa di mira.