Lo stop alla legge texana sull'aborto potrebbe non avere effetti sostanziali. La SB8, voluta dai Repubblicani, vieta l'aborto oltre le sei settimane di gestazione cioè quando molte donne non sanno ancora di essere incinte. Nessuna eccezione in caso di stupro o incesto. Secondo Robert Pitman, Giudice della Corte Distrettuale Federale di Austin, il Texas ha perseguito così uno schema aggressivo e senza precedenti per privare i suoi cittadini di un diritto costituzionale. Pitman, nominato da Obama, ha dunque deciso per la sospensione. La SB8, però, prevede che in caso di stop le cliniche possano essere citate in giudizio retroattivamente per gli aborti forniti mentre il provvedimento è bloccato. Il Texas, poi, ha già fatto ricorso e la Corte d'Appello del Quinto Distretto che esaminerà il caso è una delle più conservatrici del Paese. Come si è arrivati a questa sentenza? La SB8 è scritta in modo da rendere difficile, se non impossibile, un esame di costituzionalità. In America, infatti, per portare una legge davanti alla Corte Suprema bisogna citare in giudizio il pubblico ufficiale incaricato di farla rispettare. Ma in questo caso il compito di far rispettare la legge non è affidato ad alcuna autorità statale ma ai semplici cittadini. Chiunque citi in giudizio persone o enti responsabili di aver procurato o favorito un aborto riceve almeno 10 mila dollari oltre alle spese legali. Per aggirare l'impasse e cercare di portare la SB8 di fronte alla Corte Suprema l'amministrazione Biden ha fatto causa al Texas sostenendo che il provvedimento vìola la "clausola di supremazia", il principio costituzionale secondo cui la legge federale ha la precedenza su quella statale. D'altra parte non c'è alcuna garanzia che la causa arrivi alla Corte Suprema. Se la sentenza fosse ribaltata in Appello, infatti, la Corte potrebbe rifiutarsi di esaminare il caso e la Corte è formata da sei Giudici conservatori su nove, tre dei quali nominati da Trump.