L'opposizione chiama e la piazza risponde: 300mila solo ad Istanbul, manifestano contro l'arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco della città, in custodia con l'accusa di corruzione e terrorismo, accuse da lui negate nel corso di un interrogatorio durato 4 ore. Migliaia di manifestanti invocavano canti e sventolavano bandiere, la situazione è precipitata dopo che un gruppo di dimostranti ha spinto un contenitore di metallo in fiamme verso il cordone della polizia. Gli agenti antisommossa hanno risposto sparando proiettili di gomma e spray urticanti sulla folla. Scontri e proteste anche in molte altre città della Turchia: a Smirne, la polizia ha usato gli idranti per disperdere la folla che cercava di bloccare una delle principali arterie della città con bidoni e carrelli di metallo. Arringando migliaia di dimostranti fuori dal municipio di Istanbul, il leader del Partito Popolare Repubblicano ha accusato il governo di aver orchestrato un colpo di Stato, sostenendo invece il diritto dei turchi a manifestare. Aspre critiche arrivano dai funzionari governativi che accusano l'opposizione per avere indetto manifestazioni: invocare le proteste per un'indagine legale in corso è illegale e inaccettabile, aveva detto il Ministro della Giustizia turco. Il Presidente Erdogan lo aveva annunciato: nessuna tolleranza per chi disturba l'ordine pubblico, la Turchia, dice il sultano, non cederà al terrore della piazza. Ekrem Imamoglu, esponente del Partito Popolare Repubblicano considerato uno dei più agguerriti rivali politici del presidente Erdogan, è stato arrestato pochi giorni prima che ufficializzasse la candidatura alle elezioni presidenziali del 2028. È atteso in tribunale per la formalizzazione delle accuse. .