Turchia, cresce la protesta contro Erdogan: 340 arresti

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3 giorni fa

Si è passati a lacrimogeni, spray al peperoncino e proiettili di gomma nell'ennesimo giorno di scontri tra la polizia turca e i manifestanti radunati per contestare l'arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu. Centinaia di migliaia di persone, solo a Istanbul nelle scorse ore erano in 300mila, continuano a riempire le strade, sfidando i divieti di manifestazione in quella che ormai sembra essere passata da una protesta contro l'ingiustizia a una vera e propria lotta per la democrazia. Indagato per corruzione e sostegno a un'organizzazione terroristica, Imamoglu è comparso di fronte ai giudici per una prima deposizione. Poco prima del suo arrivo, la polizia turca ha bloccato alcuni avvocati che cercavano di raggiungerlo in tribunale. In un messaggio affidato alla municipalità da lui guidata dal 2019, il sindaco di Istanbul ha rigettato ogni accusa come "falsa, immorale e priva di fondamento", forte anche del sostegno dimostrato dalla popolazione turca in questi giorni. Tra le ultime spine nel fianco per il politico del Partito Popolare Repubblicano e principale avversario politico del Presidente Recep Tayyip Erdogan, anche la messa in discussione del titolo accademico di Imamoglu e il suo presunto sostegno al PKK, il Partito dei lavoratori curdi che di recente ha abbandonato la lotta armata per ordine del leader Ocalan. La risposta di Erdogan non si è fatta attendere. Il presidente che dal 2014 governa il Paese con il pugno di ferro, ha attaccato l'opposizione accusandola di provocare il caos. "La Turchia è un Paese democratico", ha detto Erdogan, "lasciate che i tribunali decidano senza pressioni", ha aggiunto. Le proteste intanto non accennano a placarsi. Diversi account del social media X di sostenitori dell'opposizione turca risultano bloccati, mentre si moltiplicano i divieti di assembramento e i cordoni di sicurezza, puntualmente scavalcati da una folla infiammata. .