Vola in Italia il Consigliere alla sicurezza nazionale americana, Jack Sullivan, dove a Roma incontrerà, oltre al Consigliere diplomatico di Mario Draghi l'Ambasciatore Luigi Mattiolo, il Direttore dell'ufficio della commissione centrale degli Affari Esteri cinese. Washington prova a sondare da vicino la disponibilità del colosso asiatico a intavolare un vero canale diplomatico ma intanto avvisa Pechino: ogni mossa da parte della Cina o di altri paesi per offrire un'ancora di salvezza alla Russia o aiutarla a evadere le sanzioni occidentali avrà conseguenze. Così come mette in guardia Mosca sul possibile uso di armi chimiche in Ucraina: pagherà un prezzo molto alto ricorresse ed armi di distruzione di massa, afferma Sullivan. Per la Casa Bianca, così come per l'Alleanza Atlantica tutta, il punto di non ritorno resta però quello rappresentato da un eventuale attacco ad uno Stato membro, mentre il conflitto si avvicina pericolosamente al confine polacco. Uno sconfinamento dell'attacco Russo farebbe immediatamente scattare l'articolo 5 del Patto Atlantico: un attacco a un Paese membro è un attacco a tutti. Il rischio di escalation esiste ed è anche per questo che in un'intervista al Welt am Sonntag il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg si dice contrario all'istituzione di una "no fly zone" sui cieli Ucraini. Posizione questa ribadita anche dal Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio. Nelle prossime ore avrà il via in Norvegia la più importante esercitazione dell'Alleanza Atlantica alla quale prenderanno parte anche Svezia e Finlandia. I Leader dei due Paesi saranno domani ospiti del Premier britannico Boris Johnson in un vertice del Jef, la coalizione di difesa che include i Paesi baltici, scandinavi, Olanda, Islanda e appunto Regno Unito.























