Attenzione. Il Cremlino scende in campo per far capire che si sta passando il limite. Perché quel che ha detto il Ministro degli Esteri britannico David Cameron, nel corso dell'incontro con il Presidente ucraino Zelensky, è il superamento di una linea rossa che anche gli Stati Uniti sono stati ben attenti a non superare. Non a caso hanno sempre fornito missili a medio raggio, per evitare che venissero impiegatoi contro obiettivi della Federazione. Secondo Cameron, invece, Kiev ha tutto il diritto di usare le forniture militari britannici per colpire la Russia. Finora Mosca aveva sempre reagito con irritazione, ma mai rabbia, al massimo impazienza, verso quelle che considera intemperanze verbali da parte dei leader occidentali. E così, dopo lo scenario di truppe occidentale sul campo, si era mossa l'altrettanto intemperante portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, bollando la dichiarazione del Presidente francese Macron, come "dipendente dal suo ciclo settimanale". Questa volta, invece, dopo le parole di Cameron, è sceso in campo proprio il portavoce dello zar, quel Dmitry Peskov, che della imperturbabilità ha fatto una cifra stilistica. "Si tratta di un'escalation diretta delle tensioni attorno al conflitto ucraino, che potrebbe essere potenzialmente pericolosa per l'intera architettura di sicurezza europea", ha scandito. Dopodiché ha lasciato a Maria Zakharova il compito di svolgere un avvertimento Washington, Londra e Bruxelles: qualsiasi azione aggressiva contro la Crimea, non solo è destinata al fallimento, ma riceverà anche una ritorsione che sarà schiacciante". Del resto, Mosca guarda al conflitto con discreto ottimismo, dichiarano di aver conquistato 547 chilometri quadrati di territorio ucraino dall'inizio dell'anno. Questa la versione del Ministro della Difesa, Sergei Shoigu, secondo cui nel mese di aprile, sarebbero stati colpiti, uccidendoli o ferendoli gravemente, oltre 1.000 militari al giorno. Dal campo intanto giunge la conferma delle difficoltà di Kiev: nel pomeriggio è stata colpita pesantemente Kharkiv, in Ucraina orientale, mentre le autorità sconsigliano i cittadini di visitare le chiese durante le celebrazioni Pasquali. Come dire che oggi, in Ucraina, nessun posto è sicuro.























