Orban ce l'ha fatta ancora una volta. Dopo aver conquistato dall'Europa il permesso di continuare ad acquistare petrolio dalla Russia, il Premier ungherese sembrava ormai convinto a dare l'OK al sesto pacchetto di sanzioni europei contro Mosca e la notizia era stata data alla fine dello scorso Consiglio Europeo. Invece, a sorpresa, ha un'altra volta bloccato le misure perché erano dirette anche contro il Capo della Chiesa Ortodossa, il Patriarca Kirill. E così, ancora una volta, per 24 ore, l'Europa è rimasta appesa ai veti ungheresi, senza la possibilità di andare avanti. Del resto, il meccanismo dell'unanimità, prevede che tutti siano sempre d'accordo su tutto e spesso è proprio l'Ungheria a mettersi di traverso. L'esito scontato, è stato ancora una volta quello di accettare le richieste di Orban. Il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia, è stato infine approvato, ma tra i personaggi sanzionati è stato depennato il nome del Patriarca Kirill, proprio come chiesto dal Premier ungherese. L'Europa tira un sospiro di sollievo. Sarebbe stato un grave danno non approvare delle sanzioni annunciate già da un mese, ma rimane evidente quanto l'UE sia ogni volta costretta a fare i conti con chiunque, tra i suoi membri, cerchi di ricattare gli altri partner per i propri tornaconti politici.