L'Ucraina si prepara a una missione diplomatica importante quella in occasione della conferenza di Monaco che inizia il 14 febbraio, dove è atteso un incontro tra il segretario Usa Rubio e il presidente Zelensky. Quanto all'incontro con il presidente Trump ancora non c'è una data fissata, ma non è escluso che il leader ucraino possa poi volare a Washington. E intanto Zelenski affida le sue considerazioni in un'intervista, a tutto campo, al Guardian. Si dice pronto qualora Trump riuscisse a portare l'Ucraina e la Russia al tavolo dei negoziati, a offrire a Mosca uno scambio diretto di territori, consegnando le terre conquistate nella regione di Kursk. Scambieremo un territorio con un altro, ha precisato, senza entrare nei dettagli. Riguardo la proposta del presidente Macron di una forza di pace europea, Zelensky è netto: una missione di peacekeeping soft difficilmente funzionerebbe. Siamo a favore di un contingenti su larga scala, almeno 100- 150 mila truppe europee. Ma senza gli Stati Uniti, l'Europa non può offrire garanzie di sicurezza. Mosca intanto, fa sapere che Russia e Ucraina stanno lavorando insieme alla Croce Rossa Internazionale per la possibile apertura di un corridoio umanitario per i civili che vogliono lasciare la regione del Kursk sotto controllo di Kiev. Non facilita il clima negoziale, però la dichiarazione del portavoce del Cremlino. Il fatto che una parte significativa dell'Ucraina voglia diventare russa e che lo sia già è dato di fatto. Parole seguite a quelle di Trump che in un'intervista a Fox News non esclude che un giorno l'Ucraina possa diventare Russia. E gettano benzina sul fuoco anche le rivelazioni del Wall Street Journal, secondo cui da tre anni nelle carceri russe si perpetrano torture incessanti e brutali nei confronti dei prigionieri ucraini. L'ordine dato alle guardie carcerarie sarebbe stato esplicito. Siate crudeli, non abbiate pietà. Nessuna restrizione alle violenze, abusi e body cam vietate. Secondo quanto riferito, i funzionari che hanno parlato con il giornale sono entrati a far parte di un programma di protezione dopo aver testimoniato agli investigatori della Corte penale internazionale. .