Dal barcone in pericolo nelle acque del Mediterraneo alla jeep bianca del Papa. E' il sorprendente passaggio compiuto da alcuni bambini arrivati in Italia dalla Libia pochi mesi fa, che Bergoglio fa salire per compiere con lui un giro in papamobile tra i fedeli radunati in Piazza San Pietro per l'udienza generale. Insieme a loro ci sono altri bambini arrivati, sempre dalla Libia con il corridoio umanitario del 29 aprile, sono 8 in tutto a guardare con occhi sgranati le persone accorse all'udienza di mercoledì, sono piccoli di diversa nazionalità, Siria, Nigeria, Congo, tutti attualmente ospitati, con le loro famiglie, nel centro Mondo Migliore di Rocca di Papa e seguiti della Cooperativa Auxilium, un modo per Francesco di ribadire l'attenzione al problema dei migranti, tema ricorrente nel suo insegnamento e in Piazza San Pietro ci sono anche 150 membri di Save the Children in rappresentanza dello Stato di ben 25 mila persone che lavorano in 120 Paesi del mondo per l'organizzazione che si occupa di salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. Saluti. “Saluto i gruppi parrocchiali, i profughi provenienti dalla Libia accolti a Mondo Migliore. La delegazione di Save the Children Italia”. Save the Children compie 100 anni, ed esattamente un secolo fa, nel 1919, il Papa di allora, Benedetto XV, nell'enciclica Annus Iam Plenus chiese esplicitamente alle diocesi italiane di raccogliere fondi per l'organizzazione, prima volta nella storia che la Chiesa cattolica dava il suo sostegno ad una causa promossa da un'organizzazione a confessionale.