Sull'altare della Brexit, prima ancora di conoscere il disastroso risultato delle europee, con una rivendicazione: "Ho fatto tutto il possibile" e una ammissione: "lo faccio nel miglior interesse del paese". L'apertura a un possibile secondo referendum è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L'ammutinamento dei suoi Ministri più fedeli, il segnale che lo spazio di manovra era definitivamente esaurito. L'annuncio a Downing Street atteso. A partire dal 7 Giugno Theresa May non sarà più un leader del partito conservatore, rimarrà primo ministro fino a quando non sarà stato deciso il suo successore, probabilmente a metà Luglio. Lascerò il lavoro che per me è stato un onore avere. La seconda donna Primo Ministro, ma sicuramente non l'ultima. Lo faccio con grande gratitudine per aver avuto l'opportunità di servire il Paese che amo. La chiamano Maybot per la sua freddezza, ma all'ultimo anche lei cede. Getta la spugna la premier. La lotta per la leadership può iniziare. LeI ottiene giusto il tempo di accogliere Donald Trump, in vista di Stato. Lo stesso Trump, che l'anno scorso aveva dichiarato il suo sostegno a Boris Johnson, lo stesso Boris Johnson, che sembra essere il vincitore annunciato e che, confermando la sua intenzione di correre, avvisa: "il 31 Ottobre usciremo dall'Unione Europea, con o senza accordo." Perché le dimissioni della May certo non sciolgono i nodi della Brexit, a partire dalla controversa questione del confine irlandese. Nelle dimissioni della May cambiano i numeri a Westminster, dove negli ultimi 6 mesi di voti continui non è mai stata trovata una maggioranza. Anche per questo e perché l'occasione è perfetta, Jeremy Corbyn non ha dubbi. "Il prossimo Primo Ministro deve convocare elezioni anticipate", scandisce il leader dell'opposizione, ma l'impressione è che non sarebbero affatto risolutive. Intanto per le strade della capitale. i primi commenti sono umanamente comprensivi e politicamente realistici. Mi dispiace per lei, dice Nik, che riconosce: aveva un compito davvero difficile. Mente per Keiran la May aveva perso ormai da mesi. Semplicemente, dice, non lo voleva ammettere. La Brexit, lo riconoscono tutti, rimane il problema.