Bollettino covid, Il Cts decide sulle modifiche

Qualcuno già la chiama la guerra dei numeri, ma ciò che il CTS dovrà decidere nelle prossime ore, non è tanto la frequenza con cui diramare i dati del contagio, bensì come farsi che questi rappresentino, nel modo più corretto e preciso possibile, l'andamento della pandemia. Un'azione forse anche tardiva, ma necessaria ora, per filtrare meglio i numeri, alla luce della progressione esponenziale dei contagi da Omicron, molti dei quali asintomatici, al tal punto che il 34% dei ricoveri registrati come Covid, in realtà sono ingressi per altri motivi, con la positività che emerge solo a seguito dell'obbligo di un tampone di controllo, obbligatorio per entrare in ospedale. Il ragionamento che fanno le Regioni, di cui chiedono conto al Governo, è semplice: quei letti occupati, da cui dipendono però restrizioni e cambi di colore dei territori, sarebbero ugualmente occupati, anche se il paziente fosse negativo. Per i Governatori, non ci sono dubbi, quei dati vanno scorporati. Tema complesso, che si muove tra il bisogno di monitorare l'epidemia, ma anche quello di non andare oltre il necessario. "Non è il bollettino, ma è come viene espresso e spiegato questo susseguirsi di numeri ogni giorno, in cui continuiamo a puntare il dito sui positivi, quando probabilmente va visto il trend e soprattutto va visto il trend di quelli che sono i ricoveri e che tipo di ricoveri sono." Per le Regioni ,cui andrebbero semplificati ulteriormente le quarantene, liberando gli asintomatici, dopo un periodo di 7 giorni, anche senza tampone: un modo per alleggerire la macchina dei test. Nel frattempo si lavora alla lista delle attività da esentare dall'obbligo di presentazione del Green Pass, sicuramente: negozi di alimentari, farmacie, studi medici. Oltre si vedrà.