La crisi strisciante aperta da Matteo Renzi dovrà trovare delle risposte convincenti, riesumando un vocabolo sepolto dalla prima Repubblica. Verifica, Giuseppe Conte ha fretta e prova a pilotare questa sorta di tagliando governativo, la prossima settimana il premier è pronto a incontrare i partiti della maggioranza e sul tavolo c'è l'ipotesi di un rimpasto, ma la capo delegazione di Italia Viva, Teresa Bellanova, non arretra, la task force ipotizzata da Palazzo Chigi per gestire i miliardi del recovery fund dovrà lasciare il posto alle competenze dei ministeri del Parlamento, la renziana Maria Elena Boschi non vede il voto, se si apre la crisi non credo che andremo ad elezioni, il Movimento 5 Stelle ha un problema, non solo per il secondo mandato, ma anche perché tanti di loro non tornerebbero in Parlamento. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti non vuole la crisi, ma ammette che la spinta propulsiva si è persa, serve un rilancio, ma consideriamo la conclusione dell'attuale esperienza di governo con un'avventura pericolosa. Per il Dem Goffredo Bettini basta opache manovre, se cade il governo si vota. Per il partito democratico il Governo ha bisogno di un rilancio, dobbiamo spendere bene le tante risorse europee per il futuro del Paese, recuperando il dialogo con la società e aprendo al confronto con l'opposizione. Il tam-tam di Luigi di Maio, lusingato dallo scenario di sostituire Conte viene smentito seccamente. Oggi ancora fake News su di me, evidentemente qualcuno semina zizzania, quindi voglio essere chiaro, è fuori dal mondo mettere in discussione Giuseppe Conte. La prima mossa di Matteo Salvini di aprire a un Governo ponte che scalzi l'attuale premier a Palazzo Chigi ha lasciato perplessa la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, ma poi il segretario della Lega corregge il tiro e guarda solo a destra. Ci sono tanti in Parlamento stufi delle chiacchiere, darebbero una mano per un Governo di centrodestra di libertà d'impresa, di libertà di educazione. Forza Italia ribadisce di essere aperta al confronto con l'esecutivo. Se si riapre un dialogo serio e non soltanto formale, credo che questo faccia bene all'Italia, vedremo se Conte alle promesse che ha sempre fatto poi farà seguire i fatti, perché non basta andare a prendere un caffè e un bicchiere d'acqua minerale a Palazzo Chigi per dire che il dialogo è aperto.