La riforma del CSM entra a Palazzo Chigi dalla porta principale quella del Consiglio dei Ministri, ma sull'uscio ci sono i partiti che per farla passare vogliono prima vedere il testo messo a punto dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia, se non ci sarà, annuncia Forza Italia con Antonio Tajani, i suoi ministri non voteranno la riforma. "I nostri ministri non potranno votare se non c'è un testo scritto che potrà essere esaminato e studiato in maniera approfondita". La Lega con Giulia Bongiorno ed il MoVimento 5 Stelle si dicono contrari al meccanismo delle porte girevoli, una toga che entra in politica non può tornare ad esercitare il suo ruolo dicono. E su questo il testo prevede invece una mediazione che non piace. Se un giudice è chiamato ad un compito di governo, ma non eletto, potrebbe tornare ad amministrare la giustizia una volta terminata la parentesi politica. Differenze sostanziali ci sono anche sul meccanismo di elezione dei giudici, un divario politico che il Presidente del Consiglio Mario Draghi dovrà colmare, cucendo il filo di una maggioranza che invece sembra aver trovato un punto di equilibrio sul provvedimento da adottare contro il caro bollette. "Incertezze che vanno affrontate con interventi tempestivi in particolare sul tema del caro bollette per evitare che diventi un carovita e che quindi si abbatta sulla ripresa, sulla vita delle imprese e in particolare sulle famiglie a basso reddito. E poi anche con l'accelerazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Investire e far ripartire l'economia è quello che serve". Non ci sarà scostamento di bilancio, ma una cifra tra i 3 ed i 7 miliardi che sarà trovata nelle pieghe delle poste di bilancio e sarà un intervento selettivo andando ad aiutare famiglie ed aziende in reale difficoltà. Sarà inoltre un intervento strutturale che vedrà corpo la prossima settimana, perché ora tutta la concentrazione è rivolta alla riforma del CSM.























