Tirato in ballo dai 5 Stelle che presentano contro di lui una mozione di sfiducia, Luca Lotti non ci sta e ribadisce, attraverso il suo profilo Facebook, di essere totalmente estraneo alle accuse: “non mi occupo e non mi sono mai occupato di gare Consip – scrive il Ministro dello sport –, non conosco il dottor Romeo. Due mesi fa sono stato interrogato su una presunta rivelazione di segreto d’ufficio, reato che si ripete tutti i giorni, in alcune redazioni, ma che io non ho mai commesso”. Poi l’invito ad attendere la conclusione di una vicenda che definisce paradossale e il messaggio: “siamo gente seria e perbene, abbiamo governato senza farci trascinare nel fango, abbiamo pazienza e forza per sopportare la vergognosa campagna di queste ore”. Lo stesso Matteo Renzi rilancia, attraverso Twitter, il messaggio di Lotti: “il Pd ribadisce la fiducia nella magistratura”, e ai 5 Stelle, che insistono per una mozione di sfiducia contro Lotti, manda a dire “respingeremo come sempre il loro rito, guardino piuttosto in casa propria”: “Se sono coerenti, presentino una mozione di sfiducia alla plurindagata Raggi, ma si sa che la coerenza non appartiene al mondo di Beppe Grillo. D’altra parte, i 5 Stelle sono gli ultimi che possono dare lezioni di moralità, avendo prodotto il disastro di Roma, l’arresto di Marra, le firme false di Palermo e tante altre oscure vicende giudiziarie” . Ma per i grillini l’inchiesta Consip si rivelerà una bomba atomica per i partiti, come scrive Beppe Grillo, e i suoi insistono per un passaggio in Parlamento, sia alla Camera che al Senato: “Proprio perché è assolutamente una vicenda oscura, sulla quale noi chiediamo chiarezza, siccome abbiamo visto che il Ministro Lotti non sta querelando chi lo accusa e non ha querelato chi lo accusa”. La Lega ribadisce la propria richiesta di andare a votare al più presto. Sinistra italiana chiede a Gentiloni di riferire in Aula per fare chiarezza, e nel frattempo presenta una proposta di legge che vieti a società in rapporti con la pubblica amministrazione, di finanziare in qualsiasi modo la politica.